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l'opera/
Baptism - Gold (Radioactive Avatar #9), 2018
Questo lavoro nasce dall'installazione Encore II (Radioactive) di Isaac Julien del 2004, un cortometraggio ispirato ad un personaggio degli scritti di Octavia Butler, scrittrice afroamericana di fantascienza, nota soprattutto per le sue ricorrenti ricerche sulla manipolazione genetica, la contaminazione, l'ibridità e Starman di David Bowie.
Il film ri-digita le riprese girate in Islanda e nel nord della Svezia dal film di Julien True North (2004), un'opera basata sulla storia dell'esploratore afroamericano Matthew Henson, uno dei membri chiave della spedizione artica di Robert E. Peary del 1909, e probabilmente il primo individuo a raggiungere il Polo Nord. In Encore II: (Radioactive), il protagonista è rielaborato come cyborg interpretato da Vanessa Myrie. Utilizzando riprese super-8 dei precedenti esperimenti video di Julien, girati nel 1980, mentre studiava alla St. Martin's School of Art, il film manipola il paesaggio islandese e i suoi dintorni, impregnandoli di un'aura elettronica visiva e sonora che disloca l'ambientazione da un tempo e un luogo specifici.
l'artista/
Isaac Julien
è nato nel 1960 a Londra, dove attualmente vive e lavora.
Da oltre vent'anni realizza film e produce installazioni cinematografiche. Ne ricordiamo alcune: Lina Bo Bardi - A Marvellous Entanglement (2019), Lessons of the Hour - Frederick Douglass (2019), Stones Against Diamonds (2015), PLAYTIME (2014), Ten Thousand Waves (2010), Western Union: Small Boats (2007), Fantôme Afrique (2005), True North (2004), Baltimora (2003), Paradise Omeros (2002), Vagabondia (2000) e Long Road to Mazatlan (1999).
La prima presentazione europea di Lina Bo Bardi - A Marvellous Entanglement, recentemente inaugurata al Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo (MAXXI) di Roma, è in mostra fino al 17 gennaio 2021.
Tra le altre recenti mostre personali e collettive internazionali: Isaac Julien: Western Union: Small Boats, Neuberger Museum, New York (2020); Masculinities: Liberation through Photography, Barbican Art Gallery, Londra, in viaggio, tra gli altri, a Martin-Gropius-Bau, Berlino (2020); Baltimora, Baltimore Museum of Art (2019-2020); Isaac Julien: Frederick Douglass: Lezioni dell'ora, SCAD Museum of Art, Savannah (2019); Looking for Langston, Tate Britain, Londra (2019); Playtime, LACMA, Los Angeles (2019); Black Refractions: Highlights dallo Studio Museum di Harlem, Gibbes Museum, Charleston (2019). Julien ha inoltre tenuto mostre personali in sedi quali ARoS Aarhus Kunstmuseum, Danimarca (2018); The Whitworth, Manchester (2018); The Royal Ontario Museum, Toronto (2017); MAC Niterói, Rio de Janeiro, Brasile (2016), MUAC (Museo Universitario Arte Contemporanea), Città del Messico (2016); De Pont Museum, Paesi Bassi (2015); Museum of Modern Art, New York (2013), Art Institute of Chicago (2013), Museum of Contemporary Art, San Diego (2012), Nasjonalmuseet, Oslo (2012), Bass Museum, Miami, Florida, USA (2010), Museum Brandhorst, Monaco (2009), Museu Nacional de Arte Contemporânea - Museu do Chiado, Lisbona, Portogallo (2008), Kestnergesellschaft Hanover (2006), Pompidou Centre Paris (2005) e MoCA Miami (2005).